2 – La vera storia di Ettore Majorana e di Rolando Pelizza

Ettore Majorana fu un fisico teorico folgorante, un genio senza uguali per la sua epoca: «aveva doni che era il solo al mondo a possedere.» Disse di lui Enrico Fermi, fisico italiano, Nobel per la fisica nel 1938, e aggiunse: «Perché al mondo vi sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano; c’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene, Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha; sfortunatamente gli mancava quel che è invece comune trovare negli altri uomini, il semplice buon senso.»

Non era portato a fare gruppo e nemmeno a inseguire la fama. A lui interessava il saper fare. Egli mirava a comprendere l’architettura profonda del mondo, a liberare la materia da vane interpretazioni, frutto di una conoscenza superficiale.

Un genio che aveva visto troppe cose in anticipo.

È stato diviso in sé stesso tra la consapevolezza di dover mettere le sue doti eccezionali al servizio della conoscenza e le responsabilità etiche dello scienziato che comprende i rischi di tale conoscenza.

La paura che essa potesse venir messa nelle mani sbagliate e che potesse essere usata per distruggere invece che per garantire alla razza umana migliori condizioni di vita, lo spinse a farsi credere morto. Uscì così di scena e si rifece una vita normale nell’anonimato.

Nel 1958 incontrò Rolando Pelizza, allora ventenne, imprenditore dal carattere testardo e con un talento particolare nel maneggiare i numeri. A lui insegnò le basi della sua matematica e della sua fisica e lo indirizzò alla costruzione di una macchina in grado di rendere realtà le incredibili conclusioni delle sue teorie.

Rolando dedicò tutta la sua vita alla costruzione di quella macchina percorrendo con gradualità e incredibile determinazione le fasi indicate dal suo “maestro”. E le raggiunse tutte.

Ettore Majorana, a sn, e Rolando Pelizza (1996)

Nel 1976 era completa la fase 1, quella dell’annichilazione della materia.

Pochi anni dopo era pronta e realizzabile la fase 2, quella della produzione di energia infinita e a costo praticamente nullo.

Nel 1992 era ben funzionante la fase 3, quella della trasmutazione della materia, il sogno di tutti gli alchimisti.

Noi supponiamo poi che la quarta fase – ovvero il passaggio di dimensione – sia stata raggiunta nel 2006. Badate bene che si tratta di una nostra supposizione. Nel caso fosse corretta, ciò aprirebbe il campo ad applicazioni assolutamente incredibili, come il “portarsi” in un qualsiasi momento del passato o il ringiovanimento del corpo fisico.